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Un'ora tutta per me 

 

coreografie di e con

Simona Argentieri

 

regia e drammaturgia

Giuseppe Provinzano

 

Luci e suono

Gabriele Gugliara

 

Organizzazione

Agnese Gugliara

 

Una produzione

Babel crew

 

col sostegno di

Esperienze in variazione 2014

Cultura Tango

 

anno di produzione 

2014

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SINOSSI

 

Che forme può dare la danza a un personaggio “parlante”?

Che colore può dare la parola a un personaggio “danzante” ?

 

Annalisa ogni mattina si sveglia, prepara la colazione per tutti e va a lavorare.

Giulietta ha tanti amici e tante amiche, guadagna bene ma non è felice.

Irina non ha la forza per tirarsi fuori da una vita che non ha desiderato.

Maddalena ha un cuore grande, tanti sogni e gli occhi belli.

Annalisa, Giulietta, Irina e Maddalena sono 4 donne.

Annalisa, Giulietta, Irina e Maddalena fanno le prostitute.

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Non importa poi cosa facciano. Importa cosa e chi sono e cosa vorrebbero essere. Libere.

Dalle costrizioni e dalle restrizioni,dai cliche' e dai pregiudizi, dal conformismo e dal finto moralismo.

Dalla violenza, quella fisica e quella mentale.

Libere di essere donne.

Annalisa, Giulietta, Irina e Maddalena hanno il loro nome ma potrebbero averne un altro.

Annalisa, Giulietta, Irina e Maddalena hanno il loro lavoro ma potrebbero averne un altro.

Annalisa, Giulietta, Irina e Maddalena sono 4 donne ma potrebbero essere tutte le donne.

Un'ora tutta per me  è un grido d'amore verso la vita, un sorriso sfrontato schiantato addosso alla disperazione, la carezza che desidera una donna presa a pugni dalla vita. E' un assolo per danza e parole: un'esperimento legato fortemente a una componente coreografica che arricchisce la propria espressività attraverso l'excursus quotidiano di una donna che sente la necessità di raccontare con anima e corpo di se. Tutto questo in un'ora: in quell'ora al giorno in cui può ritornare se stessa, guardarsi allo specchio e respirare la propria essenza, l'anima prende corpo attraverso le parole ...

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 La danza, le parole e il loro ritmo, significato e significante, restituiscono l'anima a quel corpo troppo abusato. Ha gli occhi vivi che ti guardano negli occhi, un cuore semplice che ti tocca dentro, una lingua dolce che ti accarezza le orecchie e un corpo stanco ma giovane, con la forza di reagire.

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Nel 1975 Pier Paolo Pasolini descrisse quel preciso momento che ha fatto da spartiacque per la storia, la cultura, il costume, la sensibilità e l'intelligenza del nostro Paese e non solo: questo momento coincide con la scompara delle lucciole. Diversi anni dopo Georges Didi-Hubermann gli risponde: le lucciole non sono sparite, siamo noi che non siamo più capaci di scorgerle. Le lucciole sono dei magnifici insetti. Le lucciole sono bagliori di umanità. Che siano scomparse o che non siamo in grado di scorgerle, c'è un gran bisogno della loro luce.

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Associazione  BABEL, 2011 © sede legale Viale Regione Siciliana Sud-Est n°6371, 90124 Palermo Italia; P.I./C.F.06065280825 Statuto 

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